martedì 9 marzo 2010

CHE - L'ARGENTINO

Regia di Steven Soderbergh. Con Benicio Del Toro, Demiàn Bichir, Santiago Cabrera Biografico, 126 min. - USA,Spagna 2008



“...questa era una guerra che si andava preparando da più o meno 100 anni...”

Ernesto “Che” Guevara (Benicio Del Toro) è un giovane medico argentino, braccio destro dell'avvocato Fidel Castro (Demian Bichir), che si lancia nella liberazione di Cuba con un manipolo di meno di 100 uomini. Fra perdite, diserzioni, incomprensioni con Castro, la sua asma e colpi di genio tattici da grande comandante, che tanto lo hanno reso celebre, il “Che” uscirà dalla foresta cubana per conquistare Santa Clara e partire alla volta de L'Avana.

Sette lunghi anni ha speso Soderbergh per realizzare questo film biografico dedicato ad una delle più rilevanti, discusse figure del secolo scorso. Sette anni che gli hanno fruttato una sproporzionata quantità di input tanto che “Che – L'argentino” è solo la prima parte dell'opera (la seconda parte, “Che – Guerrilla”, sarà nelle sale il prossimo mese). Soderbergh ha sviluppato il proprio lavoro su due binari temporali, che visita alternativamente: uno che ci raffigura il “Che” combattente rivoluzionario dal volto anche spietato, deciso a non guardare in faccia a nessuno pur di realizzare il progetto nel quale crede, e uno che ce lo mostra in un soggiorno a New York, compiuto qualche anno più tardi, dove all'assemblea delle Nazioni Unite denunciò l'imperialismo a stelle e strisce. Questa seconda parte offre diversi spunti interessanti se si vuole conoscere il pensiero politico guevariano , peccato che lasci troppi stacchi nella scorribanda cubana del protagonista. E di fatto, la guerriglia nelle selve verdi dell'isola, per quanto ci degustino queste ambientazioni epiche, quasi memori di quel “Mission” con De Niro, procede troppo lentamente e rischia fortemente di far annoiare. Più incisiva e scorrevole la presa della città di Santa Clara. Del Toro aveva sempre sognato questa parte, e di fatto non delude le aspettative, con una performance appassionata, per nulla monocorde come qualcuno ha detto: meritatamente premiato a Cannes l'anno passato. Il fatto di esser diviso a metà pone un altro limite nel giudizio finale del film, che fra l'altro soffre forse di uno scarso approfondimento iniziale, sulle ragioni che hanno portato alla Rivoluzione, ma queste due ore di spettacolo rappresentano comunque una discreta, e abbastanza imparziale, rivisitazione della parte più importante della vita di un personaggio troppo spesso ammirato o troppo spesso odiato senza nemmeno esser conosciuto sufficientemente.

VOTO:6,5

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