lunedì 8 marzo 2010

THE WRESTLER

Regia di Darren Aronofsky. Con Mickey Rourke, Marisa Tomei
Drammatico, 109 min. - USA 2008




“Se vivi sempre al massimo, e spingi al massimo, e bruci la candela dai due lati...ne paghi il prezzo prima o poi.”

Randy Robinson (Mickey Rourke) è un wrestler che ha oramai passato la cinquantina, dal passato sportivo glorioso e dal nome di battaglia, “The Ram”, ancora ben impresso nella memoria degli appassionati. Ma a vent'anni dagli anni del successo, Randy vive in stato di semi-povertà, e si guadagna il minimo indispensabile per tirare avanti lavorando qualche ora in un supermercato ed esibendosi in palestre scolastiche davanti a poche decine di spettatori. Proprio a seguito di uno di questi eventi, viene colto da un infarto. Randy ne sopravvive, ma il medico gli preclude la possibilità di tornare sul ring. L'attempato atleta tenta così di rifarsi una vita cercando di conquistare Pam (Marisa Tomei), una spogliarellista di un club, pure lei non più nel verde degli anni, e di riallacciare i rapporti con la praticamente misconosciuta figlia Stephanie (Evan Rachel Wood).

Premiato con il Leone d'Oro a Venezia lo scorso Settembre, l'opera di Darren Aronofsky è un doloroso affresco di un uomo solitario sul viale del tramonto, che per la passione (ma forse più per la gloria) nei confronti di uno sport (ma forse più di un'arte), ha dato alle fiamme e lasciato bruciare ciò che lo circondava, a partire dagli essenziali rapporti umani con le persone care, finendo per scottare sé stesso. I soli amici che “The Ram” si ritrova a inizio film non sono altro che compagni di capriole che, per quanto a lui affezionati, lo vedono più che altro come un'icona, un oggetto di culto, di un'altra dimensione rispetto alla loro. Poco importa al nostro eroe, che può sopravvivere anche solo col calore umano di una folla di trenta persone che grida il suo nome, come ammetterà lui stesso infine. Partendo da una sceneggiatura sicuramente non originalissima (quanti film sulla boxe si ritrovano con una trama simile a questa?), Aronofsky prima fa un po' di luce sui retroscena di uno sport troppo spesso facilmente bollato come fiction, poi crea la giusta atmosfera da “quando le luci si spengono”, infine leviga i personaggi del suo film creando dei soggetti tanto sciagurati quanto credibili. Il risultato finale risponde alla domanda: ma che fine ha fatto quel popolare Signor X? Pur con toni assai pessimisti, questa risposta è una risposta per diversi casi valida. “The Wrestler” è ovviamente il film di Rourke: la parte principale gli sta cucita addosso sia dal punto di vista personale che dal punto di vista estetico (da ricordare che negli anni di declino artistico Rourke si era cimentato professionalmente nella nobile arte). La sua commovente interpretazione non è forse riuscita a fruttargli l'Oscar, ma Randy “The Ram” sarà certamente ricordato per anni dai cinefili. Bravissima anche Marisa Tomei, specchio al femminile del protagonosta. Colonna sonora tutta hard-rock eighties, con in coda struggente ballatona acustica di Bruce Springsteen. Aranofsky ci sbatte in faccia la scelta fra due modelli: bruciare di gettito, come Randy e i ragazzi di “Requiem for a dream”, o spegnersi lentamente? E Randy, fa veramente la fine del perdente, rinunciando a lottare per una vita comune e gettandosi in tuffo nelle braccia dell'inevitabile? A voi l'ardua sentenza.

VOTO: 8

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