lunedì 8 marzo 2010

FROST/NIXON – IL DUELLO

Regia di Ron Howard. Con Frank Langella, Michael Sheen, Kevin Bacon.
Drammatico, 122 min. - USA 2008.


"Sto dicendo che se è il presidente a farlo, vuol dire che non è illegale"

1977. Il conduttore britannico David Frost (Michael Sheen), nell'intento di sfondare negli USA, paese dove non riscontra buon credito, organizza, a sue spese, una intervista televisiva tanto ambiziosa quanto complessa, la quale buona riuscita lo lancerebbe di certo nella storia del piccolo schermo. Frost vuole portare davanti le telecamere niente meno che l'ex-Presidente Richard Nixon (Frank Langella), dimissionario tre anni prima a seguito dello scandalo Watergate, per fargli dichiarare, davanti al popolo degli Stati Uniti, le mai ammesse colpe a seguito dell'inchiesta che lo coinvolse. Nixon vede invece nell'intervista, al di là del lauto compenso pecuniario, una possibilità di relegare nell'ombra lo scandalo e di rimettersi in gioco a livello politico, ed accetta. L'intervista assume le tinte di un duello tra due pugili, dove alla fine l'ex-Presidente cadrà, sotto il peso delle azioni politicamente scorrette da lui compiute.

Piccola premessa: con il termine “Watergate” si fa riferimento allo scandalo scoppiato negli USA a inizi anni '70 dovuto all'abuso di potere da parte della presidenza repubblicana Nixon per indebolire e screditare il partito democratico e gli altri oppositori della Casa Bianca, mediante un massiccio utilizzo di tecniche di spionaggio e d'intercettazione.
Ancor prima di approdare nelle sale cinematografiche, questa celebre intervista televisiva era stata portata a teatro dallo sceneggiatore Peter Morgan, colpendo a tal punto il regista Ron Howard da spingerlo a farne una trasposizione per il grande schermo. Il risultato è un lavoro certamente condotto con mano capace e con gran mestiere, ma riesce veramente a coinvolgere lo spettatore (non americano), che non ha vissuto sulla sua pelle quel caso che negli anni '70 scosse così tanto l'opinione pubblica a stelle e strisce? La pellicola scorre un po' troppo al ralenti, senza regalare grosse sorprese per gran parte dei suoi 120 minuti. Per fortuna, ci pensa un immenso Frank Langella a farci emozionare. Il suo Nixon è sì sempre l'uomo forte, di carattere, che è stato capace di raggiungere la Presidenza degli Stati Uniti, ma Langella riesce a tramutarlo in pochi attimi anche in un personaggio estremamente stravolto, smarrito, caduto nell'oblio. E' il Nixon che vediamo nelle ultime scene del film, che ha appena ammesso di aver tradito il popolo degli USA, che pare abbia la faccia gonfia dopo aver preso una scaricata di ganci da parte dell'avversario, e con lo sguardo vuoto da clochard in una notte d'inverno davanti ad un fuocherello. Ma, ancor di più, è il Nixon che saluta il pubblico dall'elicottero nel momento del congedo, la cui espressione radiosa , la cui maschera sorridente, improvvisamente si scioglie a cospetto della Storia: Nixon sarà il primo (e anche l'unico, per ora) Presidente degli USA a rassegnare le dimissioni. Il film di Howard è però non solo un film sulla debacle di un politico, ma anche, e forse soprattuto, sul potere della televisione, versatile mezzo che può divenire da mero entertainment a affilato strumento di ricerca della verità e della giustizia.

VOTO:6,5

1 commento:

Tronco ha detto...

Per me, Langella Oscar 2009 in questo film...meglio di Rourke e Penn.