sabato 20 marzo 2010

NORD

Il freddo viaggio nell' inquieta anima norvegese

Regia di Rune Denstad Langlo. Con Anders Baasmo Christiansen.
Commedia, 78 min. - Norvegia 2009.



“La vita è difficile, a volte. Quasi sempre, ma non per sempre...”

In una sperduta località sciistica norvegese, Jomar (Anders Baasmo Christiansen), trentenne afflitto da ansie e attacchi di panico, lavora in una stazione, dove vende skipass. Un giorno, alla sua porta, bussa una vecchia conoscenza: un “amico” che, qualche anno addietro, gli aveva soffiato la moglie. Dopo l'incontro-scontro, a Jomar viene ricordato di avere un figlioletto di soli 4 anni. Jomar, sebbene timoroso, decide di intraprendere un lungo viaggio verso nord, in sella ad una motoslitta, col preciso intento di rivedere il suo piccolo...

Atipico road-movie in salsa scandinava, questo 'Nord', che segna l'esordio alla regia del signor Rune Denstad Langlo. Il viaggio di Jomar è un viaggio di formazione, alla ricerca, ancor prima del figlio, della maturità e dell'arma per sconfiggere quelli spettri che infestano la sua mente. Dipingere questo nobile percorso interiore, dell'accendersi e del vivere, piuttosto che marcire dentro una capanna, in nemmeno 80 minuti, non deve essere stata impresa facile per Langlo. Di fatti, qualche nodo viene al pettine. L'incontro che scaturisce la partenza di Jomar, tema sul quale il film si regge, avviene in maniera un tantino approssimativa. Il vecchio amico rimarrà pressoché un'incognita, in tutta la pellicola. Ammesso ci sia bisogno di questa figura, comunque, i problemi psicologici del protagonista vengono dimenticati un po' troppo alla svelta. Passate le prime sequenze di viaggio, Jomar appare fin troppo intrepido, per un personaggio che, fino a qualche minuto prima, lo si vedeva in cura in un centro psichiatrico. Langlo voleva forse raccontare l'eterna solitudine che circonda l'essere umano? Considerando le tre persone che Jomar incrocia nel suo cammino, così parrebbe. Ancora, ci sarebbe voluto un po' di più tempo, per dare il giusto rilievo a queste macchiette. Il risultato, con qualche salutare venatura comica, è tutto sommato soddisfacente. Se però Langlo ha voluto fare un film, con protagonista principale una natura mostruosa e al contempo solenne, che impaurisce, separa, ostacola, affascina, nobilita, uccide, ha colto nel segno. La scenografia pallida gela, lascia esterrefatti, ed è una vera gioia per gli amanti dei deserti nordici. Il sapiente uso di un accompagnamento musicale incalzante è la ciliegina sulla torta alla produzione. Per essere al primo lungometraggio, Langle ha dimostrato già abbastanza coraggio.

VOTO: 6,5

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