venerdì 4 giugno 2010

ROBIN HOOD

Il nuovo tuffo epico del tandem Scott-Crowe

Regia di Ridley Scott. Con Russell Crowe, Cate Blanchett, William Hurt, Mark Strong.
Azione, 148 min. - USA, Gran Bretagna 2010







“Ribellarsi e ribellarsi ancora. Finchè gli agnelli diventeranno leoni.”

XIII secolo. L'intrepido Re d'Inghilterra, Riccardo Cuor di Leone, perde la vita durante un assedio ad un castello francese. Tra le file dell'esercito decapitato vi è anche un abile arciere, Robert Longstride (Russel Crowe), che decide di ripartire immediatamente, assieme ai suoi fidati, alla volta della patria. Nel tragitto s'imbatte però in un'unità dell'esercito inglese, caduta in seguito ad un'imboscata; il moribondo Sir Loxley, affida a Robert l'incarico di riportare la corona alla Regina Madre, e una spada all'anziano padre Sir Walter Loxley di Nottingham. Salpata la Manica, a Nottingham Robert scopre le sue vere origini e fa la conoscenza della bella Marion (Cate Blanchett). La situazione di crisi del Regno d'Inghilterra, destabilizzato in parte dal nuovo Re Giovanni Senzaterra e Senzacuore (Oscar Isaac), e in parte dal traditore Sir Godfrey (Mark Strong), che spiana la strada ad un'invasione francese, portano Robert nuovamente sul campo di battaglia.

'Robin Hood' di Ridley Scott ha aperto le danze dell'edizione 2010 del Festival di Cannes, non senza far storcere il naso a parte della critica. L'iniziale progetto dell'esperto regista prevedeva un doppio ruolo di Crowe, nei panni da un lato del mitico arciere della foresta e da un altro del suo rivale, lo sceriffo di Nottingham. Progetto poi abbandonato, per dar luce ad un film dalla struttura meno intricata. Come differenziare questo nuovo 'Robin Hood' dalla miriade di altre versioni cinematografiche del passato? Scott ci porta alle origini del mito, costruendo in pratica il prequel alle vicende nelle quali siamo soliti vedere protagonista l'arciere di Sherwood. Ovviamente, anche gli effetti speciali del XXI secolo danno una mano al regista, che spettacolarizza, con la rinomata abilità, le battaglie. Non è gioco difficile, infondo, per uno come Ridley Scott, rapire lo spettatore per un paio d'ore e teletrasportarlo in un mondo fatto di spade, cavalcate, idromele e verdi lande, e affidando il ruolo di protagonista al massiccio Crowe. Alla fine della visione, però, i problemi del film si palesano, e sul palato il gusto di polpettone è forte. 'Robin Hood' di Scott pare più un film da mero intrattenimento e pop-corn, con scarsi rilievi artistici. Gli scontri armati, sebbene carichi di adrenalina, ricordano più delle scazzottate da pub che fini esercizi di tattica e di strategia, risultando a tratti confusionari. Difficile affezionarsi anche a questi personaggi di cartapesta, stereotipi di vecchi film medievali; ecco allora dove Scott avrebbe potuto più rivolgere la sua attenzione: l'elaborazione del carattere di Robin sotto un'ottica diversa dalla classica (ne avrebbe avuto ampi margini, data l'impostazione narrativa). Pure la talentuosa Cate Blanchett pare un po' appannata, mentre Crowe si muove meglio, naturale, forse ormai avvezzo ai ruoli eroici. Ridicolo e quantomai superficiale l'accenno alla Carta dei Diritti. Meglio continuare a sgranocchiare i pop-corn senza ragionar troppo (in particolar modo, sullo stratosferico budget), allora...

VOTO: 6