venerdì 7 gennaio 2011

IO E ANNIE

Di Woody Allen. Con Woody Allen e Diane Keaton. USA 1977. Commedia sentimentale, 94 min.



New York. Alvy Singer è un comico quarantenne di successo, con alle spalle due matrimoni naufragati. Un giorno, durante una seduta di tennis, conosce Annie Hall, una ragazza di campagna di recente trasferitasi a NY. Ed è subito passione. Quando la loro storia termina, Alvy cade in depressione, e comincia a farsi domande sul senso dell'amore e, più in generale, della vita.
"Io e Annie" rappresenta probabilmente uno dei picchi creativi della produzione dello storico commediografo americano, nonché vera e propria Bibbia per tutti i giovani registi che si accingano a girare un film dello stesso genere. Ma definirlo 'commedia sentimentale' sarebbe di per sé riduttivo, poiché il dramma di Alvy è semplicemente il pretesto col quale il Woody-pensiero può inondare, con piglio autobiografico, gli svariati campi, tanto cari all'autore: la psicanalisi, la sessualità, la frenesia della vita moderna, l'amore per la Grande Mela. Quasi un manifesto artistico, tanto da far apparire, a tratti, la love-story come una faccenda di secondo piano. Suggellata da una vera e propria 'smitragliata' di battute di Allen (impossibile tenerne conto di tutte), la non lineare struttura narrativa, smontata, riaddrizzata, illuminata da bagliori di flash-back, si dimostra fortemente avanti coi tempi. E la Keaton, in tale contesto, è la ciliegina sulla torta, con la sua grazia acqua e sapone e con una spontaneità da rossore sulle guance, ma forse un tantinello stereotipata nel suo essere campagnola (degno di menzione anche il doppiaggio italiano di Melina Martello). Esprimersi sul significato che dà all'amore Woody Allen, utilizzando come parametro solo questo film, è probabilmente riduttivo, ma se si vuol proprio tracciare un quadro, esso allora ci raffigura un'esistenza che difficilmente può essere vissuta a pieno senza la costante ricerca della propria controparte sentimentale. Poco vale se la relazione, pur dai primi battiti, appare destinata al fallimento: un ciclo si chiude e, tra terremoti, saette ed esplosioni, se ne riapre necessariamente uno nuovo. Così è la vita, e rifiutare questa impostazione significherebbe lasciarsi morire sotto un ponte dimenticato. Curiosa la carrellata di comparsate celebri, da Paul Simon a Christopher Walken.

★★★★*☆
4,5/5

1 commento:

Anonimo ha detto...

mi hai fatto venir voglia di vederlo!