lunedì 11 aprile 2011

IL CIGNO NERO

(Black Swan) Di Darren Aronofsky. Con Natalie Portman, Vincent Cassel. USA 2010. Drammatico, 110 min.



La fragile Nina è una delle ballerine più promettenti del New York City Ballet. Ore e ore di sedute di allenamento, tese a perfezionare il proprio stile, paiono infine ricompensate quando il direttore coreografo le offre la tanto agognata chance: il ruolo di protagonista nel suo rifacimento de "Il Lago dei Cigni". Tanto a suo agio nella parte aggraziata del Cigno Bianco quanto titubante in quella aggressiva del Cigno Nero, Nina comincia a temere di non essere all'altezza, serrata da una madre iperprotettiva e da una procace collega decisamente rampante.
Aronofsky si conferma, assieme a Inarritu, uno dei grandi poeti del dolore in celluloide. Con "Il cigno nero" riporta sul grande schermo essenzialmente i temi di "The Wrestler": la dura scalata per render gloria alle proprie passioni, la solitudine del campione, le umane paure che si celano dietro la patina lucente dell'eroe. Le varianti qua stanno nel sesso del protagonista, femminile, nell'atmosfera, notturna, portata ai limiti dell'incubo, e ovviamente nel tema cardinale, la danza. Non è da qualunque film tanto profumo di paranoia. In questo il regista deve ringraziare la sublime Natalie Portman, che dà spirito a quel personaggio centrale dagli sguardi incerti e le labbra tremanti, un caso psicanalitico. E bravo anche Cassel. Soffia sempre un vento d'incertezza sulle sorti di Nina, il che garantisce la piena tenuta della trama nel suo evolversi. Raffinata la coreografia delle scene di ballo, Aronofsky dimostra di saper ben gestire una cinepresa anche sul palco di un teatro.
Affossato da parte della critica sulla base di due ragioni: 1) le scene a luci rosse, che potrebbero star bene in un film porno; 2) le scene di delirio di Nina, che potrebbero star bene in un film di Cronenberg. Inoltre la protagonista si lagna troppo, per poter accattivarsi simpatie.
Morale della favola: per svettare nella vita non basta essere sé stessi, come ti hanno detto sin da bambino e come si è sentito probabilmente dire Nina da sua madre, ma devi fare i conti anche con la sponda del fiume opposta a quella sulla quale siedi.

★★★★☆
4/5

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Anche a me, nel complesso, è piaciuto. Ho solo trovato un po' stereotipate le caratteristiche che si sono assegnate ai comportamenti "buoni" e a quelli "cattivi"...
Interessante il tuo blog :) Ciao! A.M.

Tronco ha detto...

Si'. Credo tu abbia ragione, soprattutto per quanto riguarda le "cattive"...
Comunque grazie, A.M. ....