lunedì 4 giugno 2012

CHINATOWN

(Chinatown) Di Roman Polanski. Con Jack Nicholson, Faye Dunaway. USA 1974. Noir, 131 min.

L'investigatore Gittes viene assunto per far luce su solita vicenda di tradimento coniugale. Quando l'uomo che segue scopre morto in circostanze fosche, si rende conto di essere invischiato in qualcosa di decisamente più grosso. Mentre emerge una storia di corruzione dell'amministrazione losangelina, una morbosa storia familiare si palesa man mano che entra in confidenza con la sua avvenente cliente.
Nel film si fa riferimento a Chinatown come luogo dove la ragione della legge viene distorta a favore di sporchi meccanismi, e logiche, in ragione del vil denaro. Solo alla fine Gittes mette piede in tale zona franca, ma lo spirito di Chinatown ha sovverchaito ormai anche quelle certezze che vigevano al di là dei suoi confini. Da qui, il titolo del film. L'ispirazione è ovviamente Chandler: in Gittes rivive Philip Marlowe, sia per senso di riluttanza che prova nei confronti del suo lavoro, sia per  metodo d'indagine decisamente poco politically correct, sia per tagliente sarcasmo. Ma Polanski non si limita a tracciare le linee di una intricata spy story. Il marcio, il senso di desolazione, sgorga sempre più fuori man mano che l'investigatore si avvicina alla risoluzione del caso. La velata affinità con la femme Dunaway, leggiadra e inquieta, dà un leggero tocco di rosa all'opera, fa supporre un orizzonte felice, dopo tanto navigar nel tormento, ma il tragico epilogo fa tornare coi piedi sulla terra. Non basta una montagna di onestà per battere il vil denaro, ed effimere sono le soddisfazioni per il cuore. Siamo tutti cittadini di Chinatown, sentenzia Polanski.

★★★★*☆
4,5/5

Nessun commento: