martedì 1 maggio 2012

IL GLADIATORE

(Gladiator) Di Ridley Scott. Con Russell Crowe, Joaquin Phoenix. USA 2000. Avventura, storico, 145 min.
Massimo Decimo Meridio, intrepido generale dell'esercito romano, conduce la sua ultima campagna militare in modo vittorioso, in terra straniera. L'imperatore Marco Aurelio, ormai vecchio, è prossimo ad abdicare: la sua intenzione è quella di affidare il potere nelle mani del Parlamento, piuttosto che in quelle dell'inadeguato figlio Commodo. Ma quest'ultimo, una volta al corrente di ciò, assassina il padre e si autoproclama nuovo imperatore. Geloso del prestigio di Massimo, Commodo cerca di toglierlo di scena ordinando ai suoi soldati di giustiziarlo e di eliminarne moglie e figlio. Massimo riesce a sottrarsi all'esecuzione e, da schiavo, rinasce gladiatore. Dal basso scalino sul quale poggia, cerca una furiosa vendetta nei confronti di colui che poggia su quello più alto. Riscrivendo il corso dell'antica Roma in modo assai chimerico, un po' vergognoso pure agli occhi di un modesto studente di storia, Scott fa girare a mille il motore de “Il Gladiatore” riversandovi epicità (a fiumi) ed enfasi dei due personaggi principali. Una vicenda di vendetta che di per sé ha poco di particolare, proposta e riproposta chissà in quante occasioni. La cruenza e l'adrenalina degli scontri, sia fuori che dentro l'arena, e l'impressionante sforzo nella ricostruzione dei costumi del mondo antico (non senza incongruenze, c'è da dirlo), fanno presto tralasciare il difetto. La presenza di un personaggio come Commodo, dalla psicologia perversa levigata da una cronica assenza di affetto, e che si risolve nell'attrazione incestuosa verso la sorella e nel bisogno di sentire la folla proclamare il proprio nome, certifica di come non siamo di fronte ad un film meramente fondato da spade e da sangue. Crowe con l'interpretazione di Massimo ha ottenuto celebrità ed un Oscar, e ha poi proseguito scimmiottando personaggi di simile carisma (in maniera sempre abbastanza brillante, c'è da dirlo). Per Phoenix niente statuetta, forse a causa di un personaggio troppo fastidioso, sebbene la sua recitazione non abbia nulla da invidiare a quella di Crowe, anzi in certe circostanze gli è superiore.

★★★★☆
 4/5

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