domenica 27 novembre 2011

STRADE VIOLENTE

(Thief) Di Michael Mann. Con James Caan, Tuesday Weld, James Belushi. USA 1981. Criminale, 118 min.



Frank, mago della rapina che ha appreso i ferri del mestiere in gattabuia, è stanco di correre rischi e progetta un ultimo grande colpo, prima di dedicarsi ad una vita più limpida, al cui centro vi è un progetto familiare accanto alla bionda Jessie. Il colpo va a segno, ma l'organizzazione criminale per il quale ha svolto il lavoretto ha piani diversi per il futuro di Frank.
E' con "Thief", 1981, che Mann si affaccia per la prima volta al tanto caro soggetto criminale, che poi continuerà a trattare nel largo della carriera ("Heat: la sfida", "Collateral", "Nemico Pubblico"). In un lavoro che esala un forte odore eighties, Mann narra sì di una storia antica, quella del crimine che non paga, ma esamina pure di come, una volta "marchiati", sia impossibile risalire le acque di tale stagno torbido. Lo fa in modo quasi ossessivo, utilizzando tecniche di regia che diverranno poi un suo marchio di fabbrica, combinandote con le musiche dei "Tangerine Dream", e realizzando con cura e in modo spettacolare, eppure verosimile, i momenti centrali di "Thief", ovvero quelli inerenti alla rapina. Mann è inoltre ammirevole per come, pur sfioriando appena la tematica carceraria, riesca a far vivere sulla pelle il dramma del sole a strisce: in modo celato, è su questo binario fantasma che il film compie il suo viaggio. Un viaggio che, nonostante le scene più cariche di adrenalina si svolgano nel finale, non manca mai di pathos, perchè la strada di Frank è una strada violenta, dove non si può mai sapere quale faccia a faccia si possa celare dietro il prossimo vicolo, o un poliziotto corrotto o un amico in cerca disperatamente di aiuto. Nel frenetico epilogo i sogni di Frank vanno in fumo come la sua rimessa di macchine usate, l'esplosione di violenza e di sangue paiono quasi un atto di giustizia divina, a cospetto di tutto il marcio che Mann ci ha sventolato sotto il naso lungo le due ore. Il protagonista è un anti-eroe che semplicemente gioca a scacchi con la Morte, provando invano a rivoltare un destino che lui stesso sa già delineato da qualche misteriosa forza. James Caan sfoggia mille maschere, in una delle più belle interpretazioni della sua carriera; peccato solo proprio per il finale, dove manca un po' di espressività. Sottovalutato, poco conosciuto rispetto ad uno "Scarface", probabilmente il miglior film di Mann.

★★★★*☆
4,5/5

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